Fonti (di Vallonina, dell’Acquasanta , delle Porcareccia e di Cocoione)…

6 10 2008

Animali, pastori , ma anche semplici escursionisti conoscono il grande tesoro che i Monti Reatini conservano tra i fitti boschi di faggio e le radure d’alta quota: fontalini, sorgenti, laghetti e corsi d’acqua che resistono spesso anche durante le stagioni più torride e secche.

Si tratta di una grossa ricchezza che sovente è mal gestita ma che davvero potrebbe significare molte opportunità per le popolazioni locali.

La Vallonina è una zona ricchissima di acque e torrenti che resistono tutto l’anno con portate d’acqua notevoli anche nelle stagioni più torride. La gran parte di queste acque e di questi torrenti si trovano nella Vallonina versante del Terminillo e dei monti che sovrastano il paese di Leonessa. Ma altre acque perenni nascono e scendono anche dall’altro lato della Valle. La grande presenza di torrenti e acque sorgive fa si che in inverno (spesso già agli inizi dell’Autunno) il Torrente Tascino che corre lungo tutta la Vallonina s’ingrossi a tal punto che negli anni passati fu necessario “imbrigliarne” il corso fin quasi al paese di Leonessa.

Ai piedi del Terminillo, a pochi metri dal Rifugio Vallonina, c’è uno dei più bei fontanili del Gruppo. Raggiungibile anche in automobile è una fonte con una portata d’acqua incredibile, quest’anno non è mai stata in secco ma sempre costante. La sorgente è poco più a monte , nei pressi dei ruderi dell’antico convento.
Purtroppo l’acqua finisce col tracimanre dalle vasche del fontanile e  perdersi inesorabilmente verso il Torrente Tascino (che però è in secca!) . Una gestione accorta di questa risorsa sarebbe auspicabile, almeno per evitare che tanta possibile ricchezza , di questi tempi quanto mai preziosa, vada lasciata perdersi così, nel fango…

Uno dei torrenti che scendono dalle pendici del Terminillo verso la Vallonina

Uno dei torrenti che scendono dalle pendici del Terminillo verso la Vallonina

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La Fonte di Vallonina con le vasche piene d'acqua e tracimanti

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Il fontanile più in quota di tutto il gruppo montuoso dei Monti Reatini è la Fonte nota come Sorgente dell’Acquasanta. Una grosso fantanile a più vasche anch’esso costruito per abbeverare il bestime al pascolo. Si trova sopra i 1700 metri di quota e probabilmente proprio per l’elevata altitudine cui è posta la falda non riceve abbastanza acqua nei mesi più secchi ed in estate è frequente che la fontana sia prosciugata o con un sottile filo d’acqua intermittente. Viene, infatti, alimentata soprattutto dalle nevi dei Sassetelli in scioglimento nel periodo primaverile – estivo.

La Fonte dell'Acquasanta agli inizi dell'Estate

La Fonte dell

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Un fontanile molto noto, le cui acque, dice la tradizione popolare, hanno addiritura proprietà terapeutiche è la Fonte di Cocoione, riportata sulle carte come Fonte della Rocchetta. Si tratta di un fontanile antichissimo, probabilmente già noto ai tempi in cui Francesco d’Assisi passò per questi monti; e infatti non è distante dal grande Faggio che la tradizione religiosa vuole abbia offerto riparo al Poverello ed è pure vicino all’antico abitato diroccato di Cocoione.
C’è sempre acqua, in Estate certo di meno e a volte con intervalli di qualche minuto ma a falda porta sempre acqua. A dire il vero, negli ultimi anni la portata è diminuita sensibilmente , cosa, peraltro, comune a tutte le fonti e sorgenti nella zona di Rivodutri-Cepparo.
Si trova su di un colle, poco sotto la cima e dalla fonte si gode un panorama unico sulla Valle reatina.

La Fonte di Cocoione con bestiame al pascolo

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La Fonte di Cocoione, o della Rocchetta

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Il fontanile al quale sono più legato, per le storie che vi ho vissuto e per i racconti che vi ho ascoltato è la Fonte delle Porcareccia. Alle pendici del Monte Corno, sottostante Prato Lupino, da qui, dalla stessa falda che poi esce più a valle, nasce il Rio Fuggio, torrente che alimenta l’acquedotto di Leonessa, dopo aver regalato scenari d’incanto con cascate e salti tra rocce e acque perenni.
La fonte delle Porcareccia è la fonte del bestiame che pascola alle quote più alte di questa zona dei Monti Reatini, anch’essa antichissima, era sulla strada (oggi sentiero CAI) che collegava Leonessa al Passo La Fara, che collegava dunque il Regno al Papato, storia di poco più che cent’anni fa!
Negli anni è stata più volte ricostruita, erano gli stessi pastori che se ne prendevano cura come fosse un DOVERE mantenere la fonte, che poi vi si abbeverasse il proprio bestiame o quello degli altri, che il bestiame fosse rivodutrano o leonessano…erano cose di poco conto . Oggi evidentemente le cose e gli uomini sono cambiati e la fonte è rotta in più punti e le lunghe vasche , i “trocchi”, sono fatiscenti. Sorge in una radura fangosa e pietrosa attorno ai 1550 metri e forse proprio per l’altitudine solo in primavera la falda è piena e può alimentare una portata tale da riempire tutte le vasche. Normalmente dalla metà di Agosto alle prime piogge di Settembre la Fonte è in secca. Quest’anno, tuttavia , nonostante un’ Estate molto torrida l’acqua non ha mai smesso di sgorgare, seppur più debolmente c’è sempre stata! Si alimenta con lo scioglimento delle nevi del Monte Corno e quest’anno , a causa delle tarde abbondanti nevicate primaverili, in Maggio c’era ancora molta neve.


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